Capitolo 5 - Rivisitazione delle opere

LUIGI PELLEGRIN, EVOLUZIONE DELLO SPAZIO PUBBLICO COPERTO

di Pasquale Cascella © - 1° gennaio 2013

(riduzione dal libro di Pasquale Cascella: "Bioclimatica - storia, tecnica, architettura", Cap. 7.2, Chandra Editore, Roma 2011)

 

 

Luigi Pellegrin - Concorso per l'Università autonoma di Barcellona, 1969, sezione.

 

 

Il primo periodo di Luigi Pellegrin è intensamente “wrightiano” e porta alla realizzazione in Italia di progetti di scuole, uffici postali e residenze basati sui principi dell’architettura organica.

Successivamente, un personale processo di evoluzione socio-culturale e tecnico-professionale lo porta, progressivamente, a concepire una metodologia progettuale basata su volumetrie edilizie libere nello spazio soprastante la superficie terrestre.

Rifacendosi alla tecnologia dei ponti autostradali, delle piattaforme petrolifere e degli insediamenti su palafitte di alcuni popoli primitivi, intraprende una serie di ricerche progettuali sulla formazione di un “suolo artificiale”, variamente traforato e sospeso sulla superficie terrestre, sostenuto da piloni contenenti i collegamenti verticali.

Successivamente, con un incessante operare, alla grande e alla piccola scala, elabora componenti polifunzionali, edilizi e urbanistici, e nuovi sistemi di trasporto sopraelevati, integrati con i nuovi contenitori di funzioni urbane, con cui attivare una trasformazione radicale dell’organizzazione urbana. Sistemi costruttivi alla scala urbana con cui rinnovare l’esistente e costruire una nuova e necessaria architettura sociale e sistemica.

Per Pellegrin la nuova città deve svilupparsi lasciando il livello terra prevalentemente libero da costruzioni e, per la parte costruita, utilizzato solo per attività sociali, lavorative e commerciali. Ai livelli superiori devono trovare ubicazione residenze, attività lavorative e altre funzioni per ricreare, sui nuovi livelli sollevati dal suolo, una nuova dimensione dell’abitare affrancata dall’inquinamento e dall’uso invasivo dei veicoli, in cui i percorsi siano momenti attivi del vivere, aperti su spazi pubblici concatenati tra loro in forma di continuum visivo e funzionale.

A determinare l’evoluzione dell’opera di Pellegrin è soprattutto la scoperta di Richard Buckminster Fuller, che a suo giudizio:

 

“Ha evidenziato la scala della consapevolezza che abitiamo la ‘space-ship’ che chiamiamo terra, che deve diventare madre di sinergie. Una delle sue frasi chiave è ‘utopia or oblivion’. Ha anche realizzato l’antigeometria del razionale e disegnato i nodi delle geometrie biologiche”.

 

Nella sua formazione dichiara di aver accolto anche i messaggi di Louis Sullivan, della scuola russa del costruttivismo, di Le Corbusier. Il ‘Plan Obus’ per Algeri fu da lui definito:

 

“... la prima espressione programmatica, e parziale espressione architettonica, che ha posto le basi per l’organizzazione dell’habitat su due forti innovazioni: il distacco da terra e il potenziamento delle linee.”

 

E da questo piano Pellegrin trasse il segno forte per sviluppare una nuova metodologia di intervento urbanistico, alla grande scala, in grado di modificare l’assetto urbanistico dell’intera città.

 

 

 

T  H  E     M  A  R  I  N  D  U  C  T

THE MARINE WATER AQUEDUCT

 

D  E  E  P     B  L  U  E

SEAWATER  FOR  OVER  200,000 POOLS OF

L  O  S     A  N  G  E  L  E  S

 

 

 

 

 

 

 

D    U    N    E    S

THE MARINDUCT OASIS SYSTEM

 

T H E   P E N S I L E   P O O L S

BY BRIDGE-POOLS

WATERFUN & SPORTING BATHS

 

THE ROLLER COASTER OF STAIRS

A  LABYRINTH OF STAIRS

FOR SEAWATER FUN PARKS

 

 

 

F O R   H U M A N   B E I N G S

N O T   F O R   C L O N E S

 

 

 

S T A I R S   I N   T H E   W A T E R

A SEAWATER SPORTING & FUN PARK

 

T H E   N A U T I L U S

A VILLAGE IN THE DESERT

 

T H E   B L U E   S H E L L

A HOME WITH A THERMAL 

SHIELD OF SAND

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

T H E   Z E B R A S

CHAIRS & TABLES BY POLYCARBONATE

ALUMINIUM TUBES

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ACKNOWLEDGMENTS

Even the longest journey begins with a first step! Systemic Habitats is on line since the 18th of May 2012. This website was created to publish online my ebook "Towards a different habitat" on the contemporary architecture and urbanism. Later many other contents were added. For their direct or indirect contribution to its realisation strarting from 2012, we would like to thank: Roberto Vacca, Marco Pizzuti, Fiorenzo and Raffaella Zampieri, Antonella Todeschini, All the Amici di Marco Todeschini, Ecaterina Bagrin, Stefania Ciocchetti, Marcello Leonardi, Joseph Davidovits, Frédéric Davidovits, Rossella Sinisi, Pasquale Cascella, Carlo Cesana, Filippo Schiavetti Arcangeli, Laura Pane, Antonio Montemiglio, Patrizia Piras, Bruno Nicola Rapisarda, Ruberto Ruberti, Marco Cicconcelli, Ezio Prato, Sveva Labriola, Rosario Francalanza, Giacinto Sabellotti, All the Amici di Gigi, Ruth and Ricky Meghiddo, Natalie Edwards, Rafael Schmitd, Nicola Romano, Sergio Bianchi, Cesare Rocchi, Henri Bertand, Philippe Salgarolo, Paolo Piva detto il Pivapao, Norbert Trenkle, Antonietta Toscano, Gaetano Giuseppe Magro, Carlo Blangiforti, Mario Ludovico, Riccardo Viola, Giulio Peruzzi, Ahmed Elgazzar, Warren Teitz, and last but not least Lena Kudryavtseva.  M.L.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

         

 

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