Capitolo 1 - Testimonianze
UNA LETTERA APERTA DI RICKY MEGHIDDO
di Ricky Meghiddo © - 26 ottobre 2012
Luigi Pellegrin ritratto da Ruth Meghiddo © mentre parla con Ricky nel
suo studio personale del Laboratorio di Via dei Lucchesi a Roma, 1998.
Caro Michele:
I received from Massimo Dalla Torre a link to your site and initiative about Pellegrin. Bravo! There is so much to tell about.
I will start with a brief
opening.
In 1969 Zevi agreed to be Ruth’s and mine tutor for our graduating project theses, but he said:
“You’ll have to choose a co-tutor, a practicing architect.”
Following many unanswered phone calls, we were received by Luigi at 2:00 AM. After a two-hour conversation, he accepted
us.
My first work at Luigi’s studio was on the design competition for the Barcelona University Campus. Between 1969 and 1973 I was involved in many projects: Palermo (the Z.E.N. neighborhood,) Goree, the Jet Hotel and many schools.
We witnessed Pisa being born (he sent us to photograph the empty site with his Hasselblatt.) At studio were also Carlo Cesana, Marta Daretti and Giulio Basso.
Since 1973 we kept in touch periodically by phone; we also went to visit him in Rome and he came once to us in Los
Angeles. Our last meeting was in 1998.
We had lunch together four days
consecutively.
Our story is long and complicated. You may read part of it in
architectureawareness.com/about-rick-meghiddo
At the present time I am doing video-blogs; please
see architectureawareness.com/category/blog
In three weeks I’m leaving for Israel to start my first film on the
subject of “Artificial Islands in Israel,” conceived by a little known visionary “brother,” Michael Burt.
Let’s keep in touch.
Very sincerely,
Ricky
Gigi e Ricky a pranzo insieme a Roma, 1998 - foto di Ruth Meghiddo ©.
Caro Michele,
ho ricevuto il link al tuo sito ed alla tua iniziativa su Pellegrin da Massimo Dalla
Torre. Bravo! C’e tanto da dire. Comincerò con una breve apertura.
Nel 1969 Zevi accettò di essere il relatore di laurea di Ruth e me, ma disse:
“dovete scegliere un correlatore, un’architetto praticante”.
Dopo molte telefonate senza nessuna risposta, Luigi ci riceve alle due del mattino. Dopo aver parlato per due ore, ci accettò.
Il mio primo lavoro a studio da Luigi è stato il concorso per l’Universita di Barcellona. Fra il 1969 ed il 1973 sono stato coinvolto in molti progetti: Palermo, Goree, il Jet Hotel e
molte scuole. Abbiamo visto nascere Pisa (lui ci mandò a fotografare il terreno libero con la sua Hasselblatt). Nello studio c’erano Carlo Cesana, Marta Daretti e Giulio
Basso.
Dal 1973 in poi ci siamo sentiti periodicamente al telefono, siamo andati a trovarlo a
Roma, ed abbiamo avuto una sua visita da noi, a Los Angeles. Il nostro ultimo incontro fu nel 1998, a Roma: pranzammo insieme per quattro giorni consecutivi.
La nostra storia è lunga e complicata. Qualcosa la puoi leggere su architectureawareness.com/about-rick-meghiddo
In questo momento faccio video-blog, vedi architectureawareness.com/category/blog
Fra tre settimane parto per Israele per fare il mio primo film sulle “Isole Artificiali in Israele”, concepito da "un fratello" visionario poco conosciuto: Michael Burt.
Teniamoci in contatto.
Affettuosamente,
Ricky
Luigi Pellegrin ospite
da Ricky e Ruth nel loro albergo,
Los Angeles 1988.
Ruth e Rick Meghiddo a Los Angeles, 2014.
L'architetto Luigi Pellegrin nella sala da disegno del Laboratorio di Via dei Lucchesi, 1997 - a sn., oltre ad un'ospite a noi nota di cui non ci sovviene il nome, l'architetto Marco d'Arpino, e a ds. l'architetto Francesco Redi.
Paolo e Gigi - gli architetti Paolo Soleri e Luigi Pellegrin, insieme nella sala riunioni e biblioteca del "Laboratorio di Via dei Lucchesi", durante una visita a Roma di Soleri nel 1999 - foto di Antonio Fragiacomo © , 1° dicembre 1999, ore 11:00 circa.
E oltre a Paolo Soleri, non possiamo non ricordare attraverso un nuovo documentario e testimonianza diretta di Rick e Ruth Meghiddo, l'indimenticato e sempre presente Bruno Zevi, che tanto ha sostenuto, con grande coraggio e passione in Italia e nel mondo, la causa di una architettura libera da ogni pregiudizio, nata libera, l'architettura organica:
Excerpt from “Zevi: Our Story” by Rick Meghiddo: Bruno Zevi about Frank Lloyd Wright and organic architecture:
Bruno Zevi: “This American genius, the greatest architect not only from our time, but probably from all times, great at least as Michelangelo and Borromini. He found himself to work at the beginning of the century until his death in a society that said: houses for everyone, standardized houses, mass-produced houses.
And he said NO. For each person a style, for every architecture an individual expression.
So, who won? Wright won!"
Non possiamo sottacere di quello che a nostro avviso è un elemento inseparabile dell'architettura organica, ovvero il nostro rapporto - sempre sano e salutare - con la natura.
Anche il semplice coltivare un microcosmo naturale nella propria abitazione in città e in città, è custodire un tesoro. Stiamo parlando di "permacultura" e di "fattorie e orti ubani" (FarmUrbana.com):
"From Architecture to Urban Farming" by Ruth Meghiddo: