LA PRIVATIZZAZIONE
DELLA CONOSCENZA
Introduzione: la questione della privatizzazione della conoscenza non ha nulla a che vedere con gli istituti di istruzione privati, o un'università privata o l'offerta formativa promossa sempre da privati, né con l'informazione a pagamento come possono essere un libro, un documentario, un programma o un canale televisivo, ecc. Per altro più in generale questa sezione Contenuti Extra del sito non è una fiera delle banalità.
La privatizzazione della conoscenza
Geopolitica della conoscenza digitale
Bertrand Russell: Message to future generations,
1959
(Messaggio per generazioni future, per una scienza
scevra da ogni sorta di pregiudizio, dicasi imparziale.)
BIBLIOGRAFIA
Massimo Florio: "La privatizzazione della conoscenza", Laterza, Roma-Bari, 2021.
Viviamo in una situazione paradossale. La scienza dei nostri giorni nasce – sotto vari profili – come bene pubblico, ma finisce con l'essere privatizzata. Questo meccanismo di privatizzazione della conoscenza produce diseguaglianza sociale e contribuisce ad una distribuzione disomogenea dei redditi e dei patrimoni che sta minando le fondamenta degli stati e la convivenza sociale.
Salute umana, cambiamento climatico, governo dei dati: sono queste le sfide cruciali per la prossima generazione. Non è possibile affrontarle senza smettere di trasformare la scienza in un bene privato. Occorre invece creare infrastrutture pubbliche ad alta densità di conoscenza, sintesi ideale del modello dell'infrastruttura di ricerca e di un nuovo tipo di impresa pubblica.
Marco Pizzuti: "Scoperte scientifiche non autorizzate", Edizioni Il Punto d'Incontro, Vicenza, 2011.
"Scoperte scientifiche non autorizzate" solleva molte inquietanti questioni: ripercorre la storia di Nikola Tesla, uno straordinario e al contempo misconosciuto scienziato che con oltre 700 brevetti rivoluzionari ha gettato le fondamenta tecnologiche della società moderna; ci parla di molti altri "scienziati ribelli" condannati all'oblio dall'establishment scientifico; fa luce su uno dei più diffusi miti della nostra epoca, "la libera scienza al servizio di tutti", dimostrando come in realtà sia l'élite finanziaria globale a manipolare consapevolmente il progresso tecnologico. Il libro di Marco Pizzuti è un saggio, fondato su fatti e storie vere, che non ha nulla da invidiare al più sconvolgente dei romanzi e che ci lascia intravedere quanto potrebbe essere migliore il nostro mondo se solo fosse realmente libero.
Jean Ziegler: "La privatizzazione del mondo. Predoni, predatori e mercenari del mercato globale", Il Saggiatore, Milano, 2010.
Ogni giorno decine di migliaia di persone muoiono di fame. Quasi sempre sono vittime dell'unico imperativo che i nuovi padroni del mondo - banchieri, speculatori di borsa, dirigenti di multinazionali - conoscono: il profitto senza regole. È una strage silenziosa che si consuma in un pianeta che potrebbe sostenere il doppio dell'attuale popolazione mondiale. Jean Ziegler mette a nudo i peccati della globalizzazione: le crisi economiche in Sudamerica, la devastazione della Nigeria, le banche delle Bahamas dove si mescolano capitali legali e denaro sporco. Ma il mondo non è ancora del tutto privatizzato e il sociologo tedesco dà voce a una larga parte della società civile che si oppone alle nuove oligarchie in nome della dignità umana.
John Ralston Saul: "I bastardi di Voltaire. La dittatura della ragione in Occidente", Bompiani, Milano, 1994.
In un'anatomia, provocatoria e ad ampio raggio, della società moderna e delle sue origini, il saggista e storico John Ralston Saul esplora il motivo del profondo senso di crisi e confusione dei nostri tempi. In tutto il mondo occidentale si parla incessantemente di libertà individuale, eppure Saul mostra che non c'è mai stata prima d’ora una così forte spinta verso il conformismo. I nostri dirigenti d’impresa si descrivono come capitalisti, ma la maggior parte sono dipendenti aziendali e speculatori finanziari. Siamo ossessionati dalla concorrenza, eppure il più grande elemento del commercio internazionale è un mercato degli armamenti sovvenzionato dai fondi pubblici. Chiamiamo i nostri governi democrazie, eppure pochi di noi partecipano alla politica. Ci lamentiamo del "governo invasivo", ma i nostri sistemi legali, educativi, finanziari, sociali, culturali e legislativi stanno crollando.
Robert Kurz, "Ragione sanguinaria", Mimesis Ed., 2014.
La crisi della modernità capitalistica è anche la crisi delle sue ideologie legittimatorie. Dopo la fine del socialismo di Stato la critica sociale ha surrogato un marxismo sociologistico con le sempiterne certezze della ragione illuministica. Sarà in nome dei “valori occidentali” e degli ideali illuministici che si realizzerà l’emancipazione umana? La risposta di Robert Kurz è categoricamente negativa: solo la critica fondamentale dell’Illuminismo può essere il presupposto di una prassi in grado di superare la paralisi della società mondiale.
Robert Kurz: "Il libro nero del capitalismo" (titolo originale: "Schwarzbuch Kapitalismus: Ein Abgesang auf die Marktwirtschaft"), Eichborn Editore, 2009.
Traduzione in corso in lingua italiana della Sezione VIII dell'opera del Kurz, a cura di Massimo Maggini, reperibile in libera consultazione sul sito internet: L'Anatra di Vaucanson: anatradivaucanson.it .
Indice parziale tratto dall'opera "Schwarzbuch Kapitalismus", Sezione VIII (in neretto quanto finora tradotto dal Maggini, 12/04/2022):
- La storia della terza rivoluzione industriale.
- Visioni dell’automazione.
- La razionalizzazione elimina l’uomo.
- L’abdicazione dello Stato.
- L’ultima crociata del liberalismo.
- La nuova povertà di massa.
- L’illusione della società dei servizi.
- Capitalismo da casinò: il denaro perde il lavoro.
- La fine dell’economia nazionale.
- Il risveglio dei demoni.
Il libro del Kurz fu pubblicato per la prima volta nel 1999, ma rimane sempre attuale e sempre predittivo e "profetico" nelle sue lucidissime analisi; vedasi ad esempio i paragrafi: "Visioni dell'automazione" e "La razionalizzazione elimina l'uomo". Infatti c'è chi ci ha messo più di un decennio per arrivarci, ad esempio, il Jerry Kaplan, nel suo pur eccellente: "Le persone non servono. Lavoro e ricchezza nell'epoca dell'intelligenza artificiale", LUISS University Press, Roma, 2016.
Per saperne di più vedi anche in questo stesso sito: "PROFONDO ROSSO" e "ROBOTS".