Giambattista
Piranesi & Figlio
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Giambattista P. 1720-1778, Francesco P. 1758-1810
Il realismo e l'astrazione.
V E D U T E D I R O M A
D I S E G N A T E E D I N C I S E
D A G I A M B A T T I S T A P I R A N E S I
A R C H I T E T T O V E N E Z I A N O
Giovannni Battista Piranesi Architetto Veneziano:
Frontispiece, title page; Series "Vedute di Roma", 1748.
Source: The Metropolitan Museum of Art, New York City, NY, U.S.A.
Una panoramica.
Francesco Piranesi:
"Veduta degli avanzi del Tablinio della Casa aurea di Nerone."
(Attribuzione erronea: trattasi dei resti della Basilica di Massenzio,
più propriamente ancora di Costantino; una costruzione inziata
sotto Massenzio nel 308-312 e ultimata sotto Costantino.)
Giambattista Piranesi: "Teatro di Marcello."
Francesco Piranesi: "Veduta della Basilica di S. Paolo fuor delle mura."
(IV Sec. d.C. e successivi, suo aspetto alla fine del Settecento;
con ricostruzione successiva all'incendio del 1823 e variazione dello stile della facciata parziale in eclettico neoclassico e portico colonnato.)
"Veduta del Sepolcro di Caio Cestio."
(I Sec. a.C.: 18-12 a.C. ca.)
Francesco Piranesi:
"Veduta della Gran Curia Innocenzia edificata sulle rovine dell'Anfiteatro di Statilio Tauro, che formano l'odierno Monte Citorio."
(Attuale Palazzo di Montecitorio, architetti: Gian Lorenzo Bernini,
Carlo Fontana, Ernesto Basile; 1653 d.C. e successivi.)
Francesco Piranesi, figlio di Giambattista:
“Sezione per lungo del Panteon che dimostra il Pronao, o Portico,
e l’interno del Tempio”, tavola tratta da “Le Panthéon de Rome”, 1790.
F. Piranesi: "Veduta interna del Pronao del Panteon."
(L'impianto in spiccato e l'aspetto attuale del Pantheon corrispondono sostanzialmente a quelli di epoca imperiale del II sec. d.C. grazie al fatto che codesto tempio fu riconvertito presto in chiesa cristiana, piuttosto che utilizzato come altri monumenti di Roma, in quanto pagani, come cava di pietra e di altri materiali per l'edilizia - calcinazione dei marmi mediante cottura per trarne appunto calce, recupero dei giunti in metallo tra gli elementi lapidei, riciclaggio dei marmi, ecc. Infatti è grazie a "cave" come il Colosseo e altri edifici antichi che fu possibile realizzare i tanti monumenti e costruzioni della Roma del Rinascimento e poi barocca. Riguardo questo riciclaggio, è noto il detto: "Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini", "Ciò che non fecero i barbari, lo fecero i Barberini". O meglio, più in generale, lo fecero i cristiani, poiché appunto si trattava di eliminare ogni segno, simbolo e riferimento all'antico paganesimo sinonimo di eresia, e quindi non era questione solo di riciclare materiali da costruzione. All'interno del Pantheon si possono ammirare sia il suo oculos sommitale e il cielo che esso disvela, così come i suoi magnifici marmi policromi in elevazione e a pavimento. Marmi colorati per i quali gli antichi romani, o latini, nutrivano una passione smodata, tant'è che lo stato imperiale, oltre a possedere gestire direttamente le cave di oro e argento, gestiva parimenti tutte quelle di marmo.)
"Piazza della Rotonda vista dal colonnato del Pantheon",
da "Roma di bianco", 5 febbraio 2012, fotografia di Michele Leonardi.
"Roma di Bianco: Piazza Navona innevata", (Rome in White)
from "Roma di bianco", February 4, 2012, photograph by Michele Leonardi.
"Veduta interna della Basilica di S. Giovanni Laterano."
(La prima basilica, paleocristiana, fu edificata nel IV sec. d.C. consacrata ca. nel 324, con sucessivi rimaneggiamenti nei secoli successivi, fino all'aspetto attuale sostanzialmente barocco internamente, o meglio borrominiano, e neoclassico esternamente della facciata. Architetti: Giacomo della Porta, Francesco Borromini, Alessandro Galilei, Domenico Fontana, Francesco Vespignani.)
"Veduta della Basilica e Piazza di San Pietro in Vaticano".
"Veduta del Porto di Ripa Grande." Anno 1785, G.B. Piranesi fecit.
"Veduta di Roma con il Tevere al Porto di Ripa Grande"
in un dipinto del 1711 di Gaspar van Wittel (1653-1736), olandese di origine, ma romano naturalizzato Gaspare Vanvitelli: è il padre del più famoso architetto Luigi Vanvitelli, autore del progetto della celebre Fabbrica della Reggia di Caserta (in parte incompiuto, mancando la cupola centrale della sala da ballo e le quattro torrette angolari. Fonte iconografica: Wikipedia, Web Gallery of Art, Accademia nazionale di San Luca di Roma.
"Veduta del Ponte Molle sul Tevere due miglia lontan da Roma",
opera di Francesco Piranesi.
(Attualmente chiamato ponte Milvio, oltre che ponte Molle o ponte Mollo come nel noto stornello romanesco; epoca di costruzione: I sec. a.C.; 110-109 a.C.; per esso passa l'antica via consolare Flaminia. Secondo recenti studi, in caso di piena eccezionale del Tevere, questo ponte costituisce l'anello debole della catena a baluardo delle alluvioni a Roma e potrebbe causare l'allagamento del Quartiere Flaminio, qualora non fossero sufficienti la diga a monte e i bacini di esondazione nella campagna romana dell'Agro di Monterotondo, sempre a monte di Ponte Milvio.)
Giambattista Piranesi: "Obelisco egizio".
(Si tratta dell'Obelisco Lateranense, situato presso la Basilica di San Giovanni in Laterano. E' forse il più bello, ma sicuramente il più alto e il più antico tra gli obelischi fatti risistemare nel Seicento da Sisto V. Allo stato attuale delle conoscenze è databile al XV sec. a.C., trasportato a Roma dall'Egitto sotto l'imperatore Costanzo, ed in seguito, oltre un millennio dopo, prelevato e trasportato dal Circo Massimo fino a dove si trova adesso, sotto la direzione dell'arcitetto Domenico Fontana e per volontà appunto di Papa Sisto V di risistemazione urbanistica di Roma, con assi viari e prospettici dotati di obelischi al termine e culmine degli assi urbani più importanti.)
I L C O L O S S E O
Il Colosseo è l'icona dell'Antica Roma e della Civiltà Latina. Una civiltà-inciviltà nata come ennesima società evoluta DEL Mediterraneo e NEL Mediterraneo, riparo delle popolazioni durante le ere glaciali grandi e piccole.
Roma, una civiltà di questa nostra era interglaciale, espansasi nello spazio, soprattutto via mare, su un territorio vastissimo per i suoi tempi, e non solo mediante la spada, come da "buona" tradizione guerrafondaia di noi esseri umani, ma anche mediante la costruzione di strade, città dotate di comfort per i privilegiati quali gli acquedotti, le cisterne, le reti fognarie, le terme per l'igiene, lo sport, la scrittura, l'alfabeto latino, la cucina romana, il vino, l'olio, il grano, i grani, le leggi, il diritto romano, gli spettacoli negli anfiteatri, nei teatri, le corse di bighe e cavalli nei circhi equestri, gli stadi, insomma tutto per il tempo libero dei cittadini liberi non schiavi: i cittadini romani, i nobili, i plebei, i liberti.
Come tutte le civiltà-inciviltà la violenza organizzata era legge di natura, antesignana del darwinismo sociale. Gli schiavi ribelli venivano semplicemente crocefissi, una pratica appresa dai cosmopoliti antichi romani a partire da altre civiltà-inciviltà con cui erano venuti in contatto, inglobandole in un sol boccone, fagocitandole, digerendole: cartaginesi e mediorientali a quanto sembra. A quei tempi le mutilazioni erano soprattutto fisiche, come le malattie, i danni di guerra. Ai nostri giorni invece sono soprattutto psicologiche, mutilazioni dello spirito.
Nella fase matura di questa civiltà, ovvero in epoca imperiale, anfiteatri e stadi equestri divennero il principale mezzo di distrazione e controllo delle masse, insieme alle elargizioni di sussidi al popolo delle suburre a mezzo di grano e altre derrate alimentari. Tuttavia con il passare dei secoli divenne sempre più evidente che il contadino-pastore-soldato se la pigliava sempre in cotal posto, riempiendosi di debiti mentre lui era in guerra e la sua famiglia e rispettive bocche da sfamare a casa, fino a diventare lui e la sua stessa famiglia dei nuovi schiavi a riscatto del proprio debito, quali sottoprodotto della magnifica macchina da guerra e di saccheggio di Roma.
A quel punto fu chiaro a tutti che era meglio passare dalla parte dei barbari. Guerrafondai e vagamente schiavisti pure loro, ma nettamente più onesti, soprattutto intellettualmente, non ipocriti come gli uomini del potere imperiale e i loro cortigiani e lacchè.
Oggi non ci sono più gli anfiteatri e vino, sostituiti da televisori, telefoni portatili e droghe. Ma il sistema non è affatto sostanzialmente cambiato: propaganda imperiale per anestetizzare il cervello delle moltitudini dei propri schiavi senza catene.
Sulla scorta di tutto ciò, che dire allora del Colosseo? Bello. E terribile!
E' mai morta l'affascinante Civiltà di Roma, la Civiltà dei popoli latini e latinizzatisi? No, è evoluta nel tempo, è sempre qui presente tra noi.
Chiamarla civiltà occidentale oppure semplicemente Occidente sarebbe riduttivo. Ha innumerevoli ramificazioni in tutto il mondo e ha il preciso aspetto delle società delle merci: la nuova fabbrica delle illusioni, il mito del benessere materiale, la favoletta del "arricchitevi gente!"
Morale della favola, non c'è civiltà senza effetti collaterali di inciviltà, non c'è rosa senza spine. Staremo a vedere come andrà a finire, ammesso che tutto questo debba mai finire. Perché Roma non è né inferiore, ma nemmeno peggiore di qualsiasi altra civiltà sia mai nata sotto questi cieli. Quindi ancora un grandissimo applauso al Colosseo, un applauso a 'sto gran casino che chiamiamo civiltà.
Se queste ipocrite società delle merci sapranno essere all’altezza della situazione rinnovando sé stesse, riformandosi, ristabilendo un livello di giustizia sociale abbastanza soddisfacente per tutti, in termini di dignità umana e qualità della vita e lavoro per tutti – non solo per raccomandati, amici degli amici, parenti, affiliati, bustarellari e lacchè, questo gran casino che oggi chiamiamo Democrazia, ovvero ieri Colosseo, potrà durare ancora molto a lungo. Alla faccia di chi gli ha sempre tifato contro.
M.L.
T H E C O L O S S E U M
The Colosseum is the icon of Ancient Rome and Latin Civilization. A civilization-uncivilization of the sword and the brick, born as yet another evolved society OF the Mediterranean and IN the Mediterranean Sea, sheltering populations during ice ages great and small.
Rome, a civilization of this interglacial era of ours, expanded in space, especially by sea, over a vast territory for its time, and not only by the sword, as per the "good" warmongering tradition of us humans, but also by building roads, cities equipped with amenities for the privileged such as aqueducts cisterns, sewer networks, baths for hygiene, sports, writing, the Latin alphabet, Roman cuisine, wine, oil, wheat, grains, Roman law, performances in amphitheaters, theaters, chariot and horse races in equestrian circuses, stadiums, in short everything for the leisure time of free citizens not slaves: Roman citizens, nobles, plebeians, freed slaves.
Like all civilizations-uncivilizations, organized violence was a law of nature, a forerunner of Social Darwinism. Rebellious slaves were simply crucified, a practice learned by the cosmopolitan ancient Romans from other civilizations-incivilizations with which they had come in contact, swallowing them up in one mouthful, engulfing them, digesting them: Carthaginians and Middle Easterners apparently. In those days the mutilations were mainly physical, such as disease, war damage. In our days, on the other hand, they are mainly psychological, mutilations of the spirit.
In the mature phase of this civilization, that is, in the imperial era, amphitheaters and equestrian stadiums became the main means of distraction and control of the masses, along with the handouts of subsidies to the people of the suburbs by way of grain and other foodstuffs. However, as the centuries passed, it became more and more evident that the farmer-soldier was always taking it on the chin, filling himself with debt while he was at war, and his family and respective mouths to feed at home, until he and his own family became new slaves to ransom his own debt, as by-products of Rome's magnificent war and looting machine.
At that point it was clear to everyone that it was better to side with the barbarians. Warmongers and vaguely slavers too, but distinctly more honest, especially intellectually, not hypocrites like the imperial power men and their courtiers and lackeys.
Today there are no more amphitheaters and wine, replaced by televisions, portable phones and drugs. But the system has not fundamentally changed at all: imperial propaganda to anesthetize the brains of the multitudes of its unchained slaves.
In the wake of all this, what then of the Colosseum? Beautiful. And terrible!
Did the fascinating Civilization of Rome, the Civilization of the Latin and Latinized peoples, ever die? No, it has evolved over time, it is ever present here among us.
To call it Western Civilization or simply the West would be reductive. It has countless ramifications throughout the world and has the precise appearance of commodity societies: the new factory of illusions, the myth of material well-being, the fairy tale of "get rich people!"
Moral of the story, there is no civilization without side effects of incivility, no rose without a thorn. We shall see how this will turn out, assuming this ever has to end. For Rome is neither inferior nor worse than any other civilization ever born under these skies. So again a big round of applause for the Colosseum, a round of applause for 'this big mess we call civilization.
If these hypocritical societies of merchandise which saturate the world can rise to the occasion by renewing themselves, reforming themselves, re-establishing a level of social justice that is satisfactory enough for all, in terms of human dignity and quality of life and work for all - not just for recommended, friends of friends, relatives, affiliates, bribes and lackeys, this big mess we call Democracy today, i.e., Coliseum yesterday, can last much longer. So much for those who have always cheered against it.
M.L.
Incisione di Francesco Piranesi:
"VEDUTA DELL'ANFITEATRO FLAVIO E DEL COLOSSEO
A Mancano i Gradi, e le Sostruzioni B, che reggevano i detti Gradi. C Manca la Volta, sopra cui vi era il Podio, ove sedevano i Consoli, il Senato, i Sacerdoti, e le Vergini Vestali, le quali stavano dirimpetto al Pretorio. D Sedeva l'Ordine Equestre. E Manca la Loggia, o Pulvinare per l'Imperatore e la sua Corte. F Gradi, di dove scendeva l'Imperatore Tito dalle sue Terme. G I Soldati Pretoriani erano qui disposti, e ne' passaggi. H Sedeva la Gioventù nobile co' loro Pedagoghi, ed altri attinenti ai Collegj, e Persone di rango. K Sedevano le Donne. L Scale per salir sopra a legar i Canapi per situar la Tenda. M Cappellette, e Croce nel mezzo, e Chiesa moderna. N Manca la Circonferenza esterna. O Avanzi di Stuchi lavorati a grottesco."
"Acquedotti dell'Acqua Claudia di contro S. Stefano Rotondo."
"Arco di Druso alla Porta di Sebastiano in Roma."
Giambattista Piranesi: "Veduta del Mausoleo di Elio Adriano."
Francesco Piranesi: "S. Stefano Rotondo."
"Veduta del Tempio ottangolare di Minerva Medica."
G.B.P.: "Veduta del Castello... omissis ...dell'Acqua Giulia."
"Veduta di un gran Masso, Avanzo del Sepolcro della Famiglia de' Metelli sulla Via Appia cinque miglia in circa fuori di Porta S. Sebastiano nel Casale di S. Maria Nuova." G.B.P.
"Foro di Augusto."
F.P.: "Veduta delle antiche Sostruzioni fatte da Tarquinio Superbo
dette il Bel Lido...". omissis. (Veduta del Tevere con la Cloaca Maxima.)
"Veduta interna della Basilica di San Pietro in Vaticano
vicino alla Tribuna." F.P.
"Veduta della Facciata della Basilica di S. Giovanni in Laterano
Architettura di Giovanni Gallilei." G.B.P.
F.P.: "Rovine del Sisto, o sia della gran Sala delle Terme Antoniniane."
"Veduta degli avanzi del Foro di Nerva".
Giovan Battista Piranesi Architetto fecit.
(In realtà si tratta dei muri del Foro di Augusto.)
"Veduta degli avanzi superiori delle Terme di Diocleziano." F.P.
"Veduta interna della Chiesa della Madonna degli Angioli
detta della Certosa, che anticamente era la principal Sala delle
Terme di Diocleziano. E' stata ugualmente abbellita
ed eguagliata quanto si è potuto all'antica Fabbrica." F.P.
(Ristemazione della sala del Frigidarium delle antiche Terme di Diocleziano; Architetti: Michelangelo Buonarroti,
Giacomo De Luca, Luigi Vanvitelli; XVI sec.)
"Veduta degli avanzi superiori delle Terme di Diocleziano
a S. Maria degli Angeli."
"Veduta del Tempio detto della Concordia."
F.P.: "Veduta interna della Basilica di S. Maria Maggiore."
Francesco Piranesi: "Veduta delle due Chiese,
l'una detta della Madonna di Loreto, l'altra del Nome di Maria
presso la Colonna Trajana", 1762 ca. (Attuale Piazza Venezia.)
Fonte: The Metropolitan Museum of Art, NYC, NY, U.S.A.
"Scorcio dell'Altare della Patria con le due Chiese sullo sfondo,
tre tronchi di Pinus Pinea in avanti e due Tricolori di dietro",
da "Roma di bianco", 4 febbraio 2012, fotografia di Michele Leonardi.
"Veterum Acquae Marciae ductum."
Giovanbattista Piranesi: "Veduta del Ponte Salario."
ICONOGRAPHIC SOURCES
- Universitätsbibliothek Leiden, University Library Digital Collection, Leiden, Holland.
- e-rara, ETH-Bibliothek Zürich, Swiss, e-rara.ch.
- BnF, Bibliothèque nationale de France, Paris, France, gallica.bnf.fr.
- THE MET, The Metropolitan Museum of Art, New York City, NY, U.S.A.
- Harvard Art Museums collection online, Cambridge, MA, U.S.A.