SOVRAPESCA
Presentazioni in Rete di documentari in lingua italiana reperibili sull'argomento: praticamente zero.
Sovrapesca: in Italia e nel Mediterraneo il problema quasi non sussiste, perché c'è rimasto ben poco da pescare. Inoltre è nota l'esistenza pregressa a livello europeo degli incentivi alla cosiddetta rottamazione dei pescherecci, nonché quella della prassi del fermo pesca.
La soluzione fondamentale è quella già messa in atto in alcune aree marine, con risultati incoraggianti, di rendere consapevoli e responsabilizzare le varie comunità locali rispetto alla pesca sostenibile, considerandone i limiti e le potenzialità come risorsa rinnovabile.
Tutto ciò è possibile quindi solo mediante l'informazione e la cooperazione, la formazione, il dialogo tra le varie istituzioni, ricercatori scientifici, comunità di pescatori e allevatori, ma anche la pesca industriale entro certi limiti per determinate forme di pesca, fino ad includere tutta la filiera del mercato e consumo del pesce. E fino ad arrivare ai consumatori e al consumo consapevole e intelligente del prodotto finale: il pesce appunto. Quando tutto ciò si concretizzerà e si tradurrà in buona prassi e buone abitudini avremo finalmente una nuova cultura.
Tuttavia come soluzione aggiuntiva al problema del ripopolamento ittico, si potrebbero realizzare dei sistemi ad oasi, passivi e sommersi, per contrastare la pesca illegale a strascico, ripopolando i fondali di praterie di alghe e il mare di pesci, ma ... non gliene importa un fico d'India a nessuno di come si possa attuare una cosa del genere, qui di seguito illustrata schematicamente con un mio progetto originale di "Barriera sommersa di Stelle Marine artificiali" (chissà perché, ma dopo alcuni anni dalla mai pubblicazione sul mio sito, è stato fatto qualcosa di simile nel Mar del Nord, Mar Baltico; segno che avevo visto giusto):
Con un simile stratagemma si potrebbe così contrastare con un sistema passivo la pesca a strascico, illegale e massimamente dannosa, facendo sì che le reti a strascico si impiglino irrimediabilmente nelle protuberanze degli elementi delle barriere, rendendo vana appunto la pesca a strascico e disincentivandola. Con il passare del tempo in queste "oasi sommerse" si potrebbe così ripopolare spontaneamente (come ci dicono gli oceanografi) il mare di pesci, mentre in corrispondenza delle stesse oasi si potrebbero reimpiantare e ricostituire nel fondale marino le praterie di alghe (che stabilizzano lo stesso fondale soggetto ai moti ondosi e alle correnti), anche queste vittime della pesca a strascico che letteralmente ara i fondali marini rendendoli sterili.
Per altro realizzando delle simili barriere sommerse, continuerebbe a sussistere il problema della pesca di frodo con esplosivi, contrastabile in questo caso solamente in modo attivo, come avviene attualmente, da parte delle autorità preposte alla vigilanza. Tuttavia col sistema proposto sembra sensato affermare che si farebbe già un significativo passo avanti ai fini del ripopolamento ittico e dello sfruttamento razionale delle risorsa pesca.
Riguardo la possibilità di insabbiamento nel tempo di queste barriere, o meglio dei loro singoli elementi, non c'è nulla da temere: in tutto il Mediterraneo si scoprono di continuo navi affondate migliaia di anni fa, quelle di epoca romana, con tutto il loro rispettivo carico ancora visibile sul fondale. Segno che l'insabbiamento non sarebbe un fenomeno temibile, a meno di non posizionare inutilmente le barriere nei punti meno oppurtuni, come presso una foce di un fiume, con fondali giocoforza soggetti all'apporto continuo di sedimenti.
Riguardo invece l'impatto ambientale. Stiamo parlando di una struttura sommersa, ma si potrebbe fare in modo di creare qualcosa dotato di un minimo di grazia, per quanto visibile solamente ai subaquei e ai pesci. In primo luogo tutti gli elementi della barriera-oasi verrebbero presto ricoperti di organismi marini, per cui finirebbero per divenire parte integrante del fondale marino naturale. In secondo luogo le singole "Stelle Marine artificiali", ovviamente di notevoli dimensioni, venendo prefabbricate in officina prima del loro trasporto ed immersione ove dovuto, tanto per fissare le idee, potrebbero essere realizzate di 3 dimensioni e tipologie diverse, ma simili, in modo da creare una composizione variegata e non ossessivamente ripetitiva come quella di tante orrende grigie opere portuali che ci tocca spesso di vedere.
BIBLIOGRAFIA
- Charles Clover: "Allarme pesce. Una risorsa in pericolo", Ponte delle Grazie Editore, Milano, 2005.
Una ricerca documentata, frutto di viaggi e inchieste svolte per tredici anni in tutto il mondo, in cui l'autore spiega perché il pesce che consumiamo, contrabbandato come salvezza per la cattiva coscienza alimentare di un Occidente stanco di cibi contraffatti e di mucche pazze, sia in realtà il prodotto di un'industria micidiale per l'ambiente e l'umanità. Come per l'acqua, si tende a pensare che il pesce sia inesauribile, ma in realtà oltre all'inquinamento dei mari, i metodi della pesca industriale minacciano di distruggere per sempre la fauna marina: per pescare un chilo di sogliole vengono uccisi sedici chili di animali. Un grido d'allarme contro la distruzione della maggiore risorsa alimentare rinnovabile del nostro pianeta.
- Pesca: "Bolton e Oxfam insieme per filiera più equa", 25 novembre 2020, Notizia ANSA.
Tracciare nuovi standard di sostenibilità sociale per la pesca del tonno. È l'obiettivo dell'azienda Bolton Food, con marchi come Rio Mare, e della Ong Oxfam, che hanno stretto una partnership per la tutela dei diritti umani nella filiera globale del tonno a partire dai pescatori di paesi come Ecuador, Marocco e Indonesia. L'alleanza, presentata in occasione dell'evento digitale "Insieme per un'economia Umana. Per un cibo più giusto e sostenibile", mira a rendere la filiera della pesca, una delle più lunghe e complesse del settore alimentare, sempre più equa.
- "Il segreto del cemento degli antichi Romani", Le Scienze, Edizione italiana di Scientific American, 2017, su LeScienze.it.
- "Perché il cemento romano è più resistente del nostro", Focus, Focus.it.
ALTRI TEMI LEGATI AL MARE
- Frank Schätzing: "Il Quinto Giorno", TEA Editori, 2016.
[Romanzo di fantascienza, ma basato sulla realtà degli idrati di metano presenti nei sedimenti dei fondali marini e sui pericoli derivanti da un loro sfruttamento minerario.]
Introduzione: 14 gennaio, Huanchaco, costa del Perù. Il povero pescatore Juan Narciso Ucañan non crede ai suoi occhi: dopo settimane di magra, davanti a lui si stende un enorme banco di pesci. Ma ben presto il terrore cancella la sua felicità: i pesci, muovendosi come un unico essere, prima gli distruggono la rete, poi rovesciano la sua barca e infine si compattano, impedendogli di tornare in superficie. 13 marzo, costa norvegese. A bordo della nave oceanografica Thorvaldson, il biologo marino Sigur Johanson e Tina Lund, responsabile della Statoil per la scoperta di giacimenti petroliferi, guardano il monitor che rimanda le immagini di un robot calato sul fondo del mare: milioni di "vermi" sembrano aver invaso lo zoccolo continentale. 5 aprile, Vancouver Island, Canada. Leon Anawak fa da guida ai turisti che vogliono osservare le balene nelle acque della British Columbia. Ma i mammiferi marini non si vedono più, come se si fossero "smarriti" da qualche parte. Poi, improvvisamente, riappaiono e si comportano in modo del tutto anomalo. Tre avvenimenti lontani, un unico tratto comune: il mare. Un mondo brulicante di esseri misteriosi, un enigma che avvolge i sette decimi del nostro pianeta. Dall'Europa all'America, dal Polo Nord al Giappone, il mondo dovrà confrontarsi con questo enigma: scienziati, militari, capi di governo e individui comuni saranno trascinati in un'avventura senza precedenti, verso uno scontro titanico in cui si deciderà se la specie umana può avere ancora un futuro.
- Graham Hancock: "Civiltà sommerse. Sulle tracce dei segreti nascosti negli abissi", TEA Editori, 2005.
Quando i ghiacci si sciolsero tra 15.000 e 8.000 anni fa e il livello del mare si alzò, l'acqua coprì più di 25.000 chilometri quadrati di terra abitabile alterando radicalmente la forma del mondo. Con l'aiuto della più sofisticata tecnologia computeristica per disegnare il modificarsi delle coste, l'autore scopre impressionanti conferme degli antichi miti. E così indossa la muta e si immerge alla ricerca di resti che, incredibilmente, sono esattamente dove gli antichi testi li indicano.
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SOVRA-RIFIUTAME
Il Pianeta Blu non è una discarica!