Meditazione metafisica
nel dopo di Lao-tzé... Descartes... Todeschini
Internet, 3 settembre 2022
Caro Fiorenzo, Cari Amici di Marco Todeschini,
questa volta Vi scrivo queste mie riflessioni sull'infinito e sull'infinità di Dio, le quali non avrei mai e poi mai potuto maturare se non avessi prima conosciuto Voi e Marco Todeschini. E nemmeno avrei retrospettivamente rivisitato un Platone, un Sant'Agostino d'Ippona, un Descartes e tanti altri grandi pensatori di tutti i tempi. Non escluso Dio Gesù, ben inteso.
Con queste premesse potrebbe sembrare che io stia per parlare della fede cristiana, ma no, o non solo. Sto per generalizzare alla grande. Il che non significa che sarò superficiale o approssimativo nelle mie argomentazioni. Semplicemente mi dilungherò su ciò che a mio parere rientra nell'ambito dell'universale e imperituro. O meglio ancora, con parole del Todeschini, dirò qualcosa di mio sul "Mondo BioFisico", sul "Mondo Spirituale".
Michele
"La Pietà" di Michelangelo Buonarroti (1475-1564), del 1499, esposta nella Basilica di San Pietro, nella Città del Vaticano, a Roma. Foto di M.L.
"L'Arcangelo Michele schiaccia Satana" di Guido Reni (1575-1642), del 1636; custodito nella Chiesa di S. Maria della Concezione dei Frati Cappuccini, in Roma. Fonte: Wikipedia. Notare come nella simbologia del dipinto del Reni il SS. Michele non trafigge Satana. Forse vorrebbe farlo, vorrebbe estirpare il male per sempre dall'universo, ma egli non si mette più in alto di Dio, e quindi nemmeno l'arcangelo lo può, né vuole giudicare, tanto meno cancellare dalla faccia dell'universo. Saprà Dio cosa fare di Satana. Secondo l'etimologia del nome "Michele", derivante dalla sua antica radice ebraica, il significato è: "chi è come Dio?" Risposta: nessuno è come Dio, nessuno è pari a Dio, se non Dio stesso.
MEDITAZIONE
METAFISICA
DOPO:
il leggendario Lao Tzu (vissuto nel VI sec a.C., in Cina), Chuang Tzu (IV-III sec. a.C., Cina), Lieh Tzu (V-IV sec. a.C., Cina), Socrate (n. 470/469 a.C.-m. 399 a.C., Grecia), Platone (428/427 a.C.-348/347 a.C., Grecia), Agostino di Ippona (354 d.C.-430 d.C., antico Impero Romano d’Occidente, attuale Algeria), Avicenna (980-1037, antica Persia, attuale Iran), René Descartes (1596-1650, Francia), Alfred North Whitehead (1861-1947, Regno Unito), Bertrand Russel (1872-1970, Regno Unito) e Marco Todeschini (1899-1988, Italia). E tantissimi ancora si potrebbero aggiungere, fino ad arrivare all'insieme di tutte le persone delle generazioni che ci hanno preceduto, nonché di tutti quanti noi, perché ogni giorno ciascuno di noi può imparare qualcosa di buono da tutti e insegnare qualcosa di buono a tutti. Tuttavia qui la differenza la fanno proprio Marco Todeschini e la sua Teoria delle Apparenze. E' lui che ci riporta sulla strada maestra nella ricerca della verità. E dell'Assoluto del Mondo Spirituale.
PERCHE'
L'ASSOLUTO
DEL MONDO
SPIRITUALE
- così come definito dal Todeschini - si manifesta all'Uomo in modi diversi, persino nella negazione della sua stessa esistenza?
Risposta scontata, ma nulla è più difficile da capire di ciò che è ovvio: perché la Perfezione spirituale non ha bisogno di schiavi di nessun tipo, qualunque cosa essa sia o non sia.
Servi di Dio sì, al servizio del Sommo Bene, ma schiavi, giammai! Un conto è scegliere per propria volontà di servire Dio, altro sarebbe se ciò fosse un obbligo e nulla di spontaneo. Difatti chi ha creato l'universo, non saprebbe che farsene di marionette, robottini, pupazzi, prestanome e mediatori di qualsiasi genere per concretizzare la Sua Volontà.
Invece metaforicamente parlando, è piuttosto Satana, il principe del male e del mondano, colui che, povero di spirito, ha bisogno di schiavi, perché non ama nessuno, nemmeno sé stesso e non si fida di nessuno, rimanendo prigioniero delle sue stesse paranoie, dicasi catene. Sempre rimanendo in metafora.
Fuor di metafora, l'uomo e le società di uomini si autodeterminano nelle proprie scelte spirituali (niente a che vedere con gli acquisti di merci al supermercato oppure via internet): atei, normali (così come definiti dal Roberto Vacca: "io sto bene così come sono e non ho bisogno che altri mi dicano come io debba essere"), agnostici, credenti, animisti, confuciani, taoisti, buddisti, musulmani, sciiti, sunniti, indù, ebrei, cristiani, Testimoni di Geova, mormoni, quaccheri, shintoisti, politeisti, ecc. E tutto è ancora possibile. Il Nostro futuro non è scritto da nessuna parte. Solo l'Assoluto del Mondo Spirituale lo conosce, ma non lo ha imposto a niente e nessuno. La sua è una sorta di "conoscenza a posteriori".
POSSIAMO
PROVARE
L'ESISTENZA
DI DIO?
Uno dei più grandi pensatori di tutti i tempi, René Descartes sembra abbia voluto dimostrare l'esistenza di Dio in virtù di puri ragionamenti, ovvero con la logica. Ma la ragione ci può forse portare, a volte, a un passo da Dio, dopodiché da quel momento in poi sempre e comunque solo la fede ci potrà illuminare. E' però indubitabile che René Descartes, così come anche Sant'Agostino di Ippona e tanti altri massimi filosofi del passato, abbiano sempre cercato di razionalizzare la questione dell'esistenza di Dio. Ma a posteriori. Il loro razionalizzare non era altro che un ragionare su Dio. Pensare a Dio. C’è qualcosa di male in questo?
No. Il punto è che ragionar di Dio, o non-Dio, o Altro, non è "peccato", anzi, è un bene. Perché c'è sempre da imparare qualcosa di nuovo. Su noi stessi, sugli altri, sul mondo.
Viceversa, se non credi in Dio o in quello che ti pare, tutta la questione si risolve in una manciata di parole - seguendo la via della logica: non si può dimostrare l'esistenza di ciò che non esiste. Quindi, se vogliamo credere che Dio non esista, oppure se non ce ne importa nulla della parola Dio, né dell'idea di Dio, tutta la questione si potrebbe liquidare così. Perché appunto, come è noto ai più e del tutto all’opposto, la fede basta a sé stessa, non avendo bisogno di abbellimenti. Anche se non siamo tutti dei sempliciotti, è evidente che la semplicità è sempre la soluzione più elegante e naturale. Però appunto non siamo tutti morigerati o ermetici, donde si ragiona di Dio e si ragiona alla grande. Il nostro ragionar di Dio in fondo è semplice misticismo. Perché il semplice che è in noi si concilia benissimo con il mistico che è in noi. Come Descartes, ci piace pensare, quindi essere, ovvero esistere. Quale migliore prova dell'esistenza dell'anima? Sensitiva, pensante. L'invisibile è sotto i nostri occhi, più oggettivo di così non si può. E' di una semplicità assoluta. Altri la chiamano illusione, noi la esperiamo da una vita e la chiamiamo Anima immortale e chiamiamo illusionisti coloro che non ne vogliono riconoscere la grandezza. E' quasi una preghiera in viaggio nella luce dell'eternità: COGITO ERGO SUM SIVE EXISTO.
Ma davvero è una certezza, una fortezza inespugnabile, l'affermare che non si può dimostrare l'esistenza di ciò che non esiste?
Siamo onesti: non lo è affatto.
Se miliardi di persone nel mondo e tutte le generazioni e generazioni di uomini, esseri pensanti, che ci hanno preceduto hanno creduto in qualcosa di più di ciò che si vede con gli occhi e che si percepisce con tutti gli altri nostri sensi, ci sarà un motivo, o no?
Siamo e sono stati forse costoro tutti degli insicuri bisognosi di una qualche consolazione per sanare tutti i nostri limiti fisici, psicologici ed esistenziali?
Abbiamo bisogno di Dio? Non ne abbiamo bisogno?
Ritorniamo al punto di partenza: Dio non ha bisogno di schiavi di nessun tipo. E nemmeno noi abbiamo bisogno di un tutore per colmare i nostri limiti, ciò che ci rende infine umani.
Direbbe qualcuno: ma se tu fossi nato in India o in Arabia o in Estremo Oriente, a quest'ora non saresti cristiano, ma induista, musulmano, o buddista. E' vero. Ma che differenza c'è quando credi in qualcosa di più grande, immensamente più grande di quello che vedi?
Ritorniamo anche qui al punto di partenza: l'Assoluto del Mondo Spirituale non ha bisogno di schiavi di nessun tipo. L'uomo e le società di uomini si autodeterminano per quanto riguarda ciò in cui vogliono o non vogliono credere.
... "Perché questo è quello in cui voglio credere."
Sono queste in buona sostanza le parole con cui il padre risponde alla figlia, quando la figlia orfana della madre gli chiede dove sia finita la mamma e perché non può vederla: è andata in Paradiso. La figlia è l'eroina protagonista del film Prometheus di Ridley Scott, del 2012. C'è chi crede in ciò che vede, chi non crede in ciò che non vede, ma soprattutto, ognuno deve essere libero di credere in quello che vuole. In altre parole, almeno in potenza e in principio, il libero arbitrio non è un'illusione. Perché tutti possiamo sperimentare appunto questo: "perché questo è quello in cui voglio credere". La fede, o la non fede, bastano entrambe a sé stesse.
PERCHE'
L'UNIVERSO
deve essere giocoforza infinito?
Perché in questo modo nessuno potrà mai possederlo, né dominarlo per intero. Nemmeno le intelligenze e società più evolute e malevole dell'universo. Altra conseguenza: nessun evento potrà distruggere definitivamente il fenomeno vita, così la Vita continuerà a disseminarsi in ogni angolo dell'universo. Infinito, Libertà e Mutamento sono scritti nel grande libro della natura e in quello del mondo spirituale. Vita. Il più grande dei miracoli operati da Dio e dalle sue infinite creature.
L'Ignoranza chiama Caos, Casuale e Finito ciò che non può comprendere. Va bene anche così, ma non va bene per tutti coloro che credono ancora nel principio di causalità, causa-effetto, nonché nel principio antimagia (in breve, riduttivamente: non c'è spazio per la magia nel mondo reale), come fu definito sempre dal Todeschini.
CREDERE
Io, come tanti altri come me, voglio credere in ciò che ci unisce, non in ciò che ci divide. Esempi: la Stazione Spaziale Internazionale, grandi progetti come il Mediterranean Express dell'architetto Rick Meghiddo, le riforestazioni nel Sahel, nel deserto dei Gobi e nel mondo, le Arti, i Mestieri, la Musica, lo Sport, e molto altro ancora. La Conoscenza, la ricerca della verità. Non c'è una scadenza, si può andare avanti così per sempre in una conquista onesta, umile e virtuosa della verità, lungo la via dell'acqua che scorre.
IL MITO
DEL CAOS
globale e del "siamo troppi", secondo il criterio dell'impronta ecologica: non è questa la verità più importante riguardo questa questione, anche perché in natura il numero è la forza.
Solo dei pessimisti cronici possono pensare che 8 - 9 miliardi di persone siano un problema. Se siamo miliardi piuttosto che milioni, ci sarà un motivo, o no? Sono gli Uomini che danno un valore alle cose e non il contrario. Lo sanno anche i bambini. Il carbone, o il petrolio, giacevano sottoterra da tempo immemorabile. Ma è l'uomo che li ha saputi usare a proprio vantaggio. Generazioni e generazioni di uomini: questa è vera magia. Questa è la vera risorsa ed è la verità finale: l'uomo, e ogni altra forma di vita, centrali nell'universo.
D'altronde un universo senza vita - infinito o "solo" immenso che sia - sarebbe un soprammobile nemmeno utile a sé stesso. Quindi sì, siamo tanti, perciò è proprio questo il momento per realizzare grandi opere e impegnarci in tante piccole e grandi sfide. Se invece continuiamo ad aspettare che sia il "libero" mercato economico - cioè un sistema di per sé fondamentalmente anarchico - a determinare tutto questo, allora siamo già rovinati in partenza, perché il mercato economico non è un'intelligenza, bensì l'insieme di produzione e scambi tra uomini di beni e servizi: che me la chiami intelligenza, questa?
Un minimo di cooperazione e... "magia"... si possono fare cose da giganti. Insomma, nessun santo, nessun eroe, nessun genio, nessun sacrificio, nessuna resilienza: nulla di sovraumano. Certo, a volte servono anche delle componenti speciali, rare come gli eroi o come il sacrificio e il genio del Nostro, Marco Todeschini, ma è la capacità di fare sistema tra le parti, cioè la sinergia (qualcosa di poco più complesso di "l'unione fa la forza"), che fa la differenza. Lo diceva un certo Richard Buckminster Fuller, nel XX secolo, il famoso ingegnere e architetto noto per le sue cupole geodetiche e per altre incredibili meraviglie.
Quanti messaggeri e quanti messaggi ci manda l'Assoluto del Mondo Spirituale! Sono doni per noi. Noi dobbiamo imparare a riconoscerli, non abbassare mai la guardia, drizzare le antenne. Intorno a noi non è tutto un inferno, un inganno, un tornaconto, come qualche grande illusionista vorrebbe farci credere.
Caro Fiorenzo, Cari Amici del Circolo,
chiudo qui con questa mia grande speranza e auspicio di un mondo migliore, sempre nel segno dell'ottimismo e della liberazione dell'umanità da qualsiasi catena, sperando di non avervi oltremodo annoiato, a presto, un saluto cordiale a Voi tutti,
Michele
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Scultura in bronzo di Due Amanti (nel senso di un uomo e una donna che senza dubbio si amano) posta nella corte di un antico palazzo vicentino lungo Corso Andrea Palladio, all'altezza della Chiesa di Santa Corona, un'opera probabilmente dell'artista vicentino Nereo Quagliato (1939-2012). Foto di M.L.
La condizione umana: sempre in bilico tra il bene e il male, i limiti dell'uomo, la capacità di amare, la caduta dell'uomo, il mondo spirituale, il mondo biologico, quello fisico, la grandezza dell'anima, la gioia di vivere, l'amore universale, cosmico, la visione della vita nelle opere di Sabin Bălașa (1932-2008) e di Tudor Bălașa :