Sui Vortici Filiformi di

 

Tullio Levi Civita

 

 

 

Internet, martedì 29 ottobre 2013

 

Caro Fiorenzo,

 

grazie ancora per il tuo regalissimo Todeschiniano, che mi ha riempito di gioia ed entusiasmo!!!!

Intanto, non per sdebitarmi - cosa impossibile a farsi dato l'immenso tuo regalo -, ti mando un mio spunto di riflessione sulla miracolosa T.d.A. del Nostro, e un particolare studio del grande Tullio Levi-Civita, che potrai vedere con calma e pure pubblicare tra le lettere al Circolo se e quando ti parrà opportuno.

 

Un saluterrimo, Michele Leonardi

 

 

 

 

 

 

Marco Todeschini

Tullio Levi Civita

 

 

Marco Todeschini e Tullio Levi-Civita: spunti di riflessione sulla Psicobiofisica.

 

 

In una intervista a Marco Todeschini del 22 maggio 1955 (vedi “Einstein o Todeschini? Qual’è la chiave dell’Universo?”, Bergamo, 1956, pag. 14) sulla teoria della pseudo-relatività einsteiniana, il Nostro accenna al fatto che un suo caro amico, l’insigne fisico e matematico italiano Tullio Levi Civita (n. Padova 1873, m. Roma 1949) - proprio colui che tanto contribuì per altro al successo delle stesse teorie del famosissimo Albert Einstein, fornendo a quest’ultimo i sofisticati strumenti matematici del calcolo tensoriale - , per dimostrare al Todeschini che in realtà non condivideva affatto le teorie relativistiche dell’Einstein, mentre al contrario condivideva la teoria todeschiniana fondata sulla esistenza (dimostrabile e dimostrata) dello spazio fluido e dinamico (si noti bene: “dinamico”, e mai statico!) ponderale incompressibile, fece uno specifico studio sulla attrazione newtoniana dei tubi sottili e dei vortici filiformi.

 

Come il lettore conoscitore della Teoria delle Apparenze potrà ben immaginare, si tratta di un contributo della massima importanza, il quale si va ad aggiungere a quello successivo, ed esemplare delle possibilità di sviluppo della T.d.A., dell'Ing. Emmanuele Borgognone, ovvero “La realtà fisica dei fenomeni elettrici, magnetici, luminosi”, del 1967, e agli altri contributi non meno importanti di Domenico Marino.

 

Tale importantissimo studio del Levi-Civita fu dato alle stampe nel 1932, a Bologna, edito da Zanichelli, precisamente all’interno del seguente volume estratto dagli Annali della Regia Scuola Normale di Pisa, Scienze Fisiche e Matematiche, Serie II, Volume I, 1932 – X, con il seguente chiaro titolo: “Attrazione newtoniana dei tubi sottili e vortici filiformi”. Titolo appunto ben “chiaro” per chi conosca almeno a grandi linee la Psicobiofisica o Teoria delle Apparenze.

Per chi volesse visionarne rapidamente il contenuto, si segnalano le seguenti due pagine internet in cui è possibile estrarne due diverse scansioni: la prima è parziale, limitata a sole 20 pagine ca., e reperibile presso l’archivio digitale web “Numdam” del sistema europeo digitale librario di matematica:  link diretto.

La seconda versione informatizzata, estesa e su 60 pagine circa, è invece reperibile presso il Deposito Digitale del Politecnico di Torino, alla pagina web:  link .

 

Mentre la prima versione è utile ai fini di un confronto preliminare, è ovvio che è preferibile la seconda versione, quella estesa. Per chi come S. Tommaso invece “se non vede, non crede”, non resta che ricercare il libro cartaceo in qualche biblioteca ben fornita o in quella nazionale centrale di Roma, ove dovrebbero essere depositate tutte le opere stampate in Italia, almeno da un certo anno in poi.

 

Ancor prima di accedere al suo contenuto, la prima relazione possibile, che può venire in mente, tra il succitato studio di Tullio Levi Civita e la T.d.A. (Teoria delle Apparenze) di Marco Todeschini, è il campo elettromagnetico di un filo conduttore percorso da corrente elettrica.

Un’altra relazione possibile che possiamo intravedere di primo acchito, è quella con il campo rotante Todeschini, ovvero il campo rotante di una sfera di spazio-fluido centro mosso, forse uno degli aspetti che più merita attenzione, approfondimento e rivisitazioni, sempre nell’ambito generale dell’imponente edificio unitario fisico, biologico e psicologico della T.d.A., ed in particolare in quello fisico-matematico della medesima T.d.A.

 

Immaginando in quale modo si possa riprodurre con minori riduzioni e approssimazioni possibili al contorno un campo rotante Todeschini, mi è venuto in mente tra l'altro di cercare su internet qualcosa che avesse a che fare con masse di fluidi posti in rotazione attorno ad un asse proprio diametrale e ho così trovato quanto segue, che ritengo del tutto pertinente, seppure io abbia inizialmente immaginato un esperimento producibile in "assenza" di forza di gravità e con limitati e nessun vincolo di sponda per il fluido, ovvero da condursi su una stazione spaziale orbitante.

 

 

Ora si presti attenzione preliminarmente alle seguenti opere d’arte dello scultore inglese Petroc Sesti, reperibili in immagini fotografiche, e quindi statiche all’indirizzo web: http://petrocsesti.com/portfolio_category/vessels . Ed anche il seguente breve video: http://www.youtube.com/watch?v=x4--Fv4SrsA .

 

Si tratta di vortici macroscopici spiraliformi familiari a tutti: chi non li ha mai osservati togliendo il tappo di un lavandino pieno d’acqua, oppure di una vasca da bagno colma d’acqua?

La fisica classica, “ordinaria”, ci dice che si tratta dell’effetto della forza di Coriolis dovuta alla rotazione della Terra sul proprio asse, e che il movimento del mulinello d’acqua sarà immancabilmente destrogiro o levogiro a seconda dell’emisfero in cui noi ci troviamo, quello boreale o quello australe, e quindi in ultima analisi si tratterebbe di una conseguenza della “forza centrifuga”. Notare poi che se si interroga un qualsiasi fisico contemporaneo chiedendogli di enucleare l’essenza del concetto di “forza”, “energia”, et similia, costui ci risponderà che trattasi di un concetto primitivo, e che bisogna lasciare la parola alle formule e ai concetti fisico-matematici. Lì per lì sembra si tratti di una spiegazione oltre del come, anche del perché del fenomeno, tuuttavia in base alla T.d.A. sappiamo che le cose non stanno affatto così. Ma per non divagare e ripetere quanto già meglio esposto nella T.d.A., non riassumibile in due battute da parolai, andiamo avanti con il nostro ragionamento

 

Secondariamente si osservino bene i seguenti due filmati, meno artistici delle opere di Petroc Sesti, ma molto più interessanti per quello che vogliamo evidenziare. Teniamo anche ben presente che sperimentalmente è assai difficile, se non impossibile al momento, riprodurre il fenomeno di una sfera di fluido di una determinata densità, non confinato, posto in un ambiente fluido di densità immensamente inferiore, sì da simulare molto riduttivamente il fenomeno del campo rotante Todeschini, o il che è la stessa cosa, quello di un corpo celeste nucleare rotorivoluente come il Sole

 

Allora, come nei filmati seguenti, possiamo fare una prova molto grossolana, ma che ci dà alcune importanti informazioni qualitative di massima, utilizzando come fluido più denso l’acqua, e come fluido di molto meno denso e viscoso, l’aria atmosferica, che poi è essenzialmente azoto libero. In questo modo è possibile così vedere ad occhio nudo i movimenti vorticosi che si generano durante la rotazione assiale del sistema considerato. Inoltre come condizione al contorno abbiamo una sfera di plastica, rotante appunto lungo il proprio asse diametrale verticale polo nord-polo sud. La sfera di plexiglas ovviamente è solidale alla sua base con un volano di un motore ecc.

 

Orbene, si osservi tutto il primo filmato, ed in particolare cosa succede gradualmente dal 40° secondo in poi nel filmato: http://www.youtube.com/watch?v=PShZb_p7RI.

 

Nel sistema chiuso della sfera di plastica trasparente, l’aria atmosferica, essendo compressibile, finisce per occupare una porzione molto limitata del volume complessivo sferico interno fluido. All’aumentare della velocità il vortice quasi scompare, divenendo un vortice filiforme. Quindi è qui che probabilmente bisognerebbe cercare di capire che relazione ci potrebbe essere, o non essere affatto, tra il suddetto studio della “Attrazione newtoniana dei tubi sottili e vortici filiformi” di Tulli Levi-Civita e il campo rotante Todeschini. 

Anche se sappiamo che una prima relazione è quella evidente con i fili conduttori percorsi da corrente elettrica, si badi bene che, secondo la stessa T.d.A. si tratta di una delle tante dimostrate manifestazioni della relatà unifenomenica dello spazio fluidodinamico ponderale incompressibile, cui sono dimostratamente stati ricondotti dalla T.d.A. i veri fenomeni denominati materia, energia, gravità, elettromagnetismo, legame chimico, legame atomico, ecc.

 

Possiamo altresì immaginare osservando il filmato, cosa succederebbe in “assenza” di “forza di gravità”, cioè nello spazio. E’ facile intuire che in una simile sfera, vincolata ai due poli, e posta in moto di rotazione su se stessa, si formerebbe un vortice d’acqua con frammista aria, anche a basse velocità, di forma simmetrica rispetto al piano equatoriale di rotazione della sfera.

Ancora più interessante sarebbe poter riempire la sfera di due differenti sostanze liquide non miscibili trasparenti – una incolore ed un’altra colorata -, che abbiano lo stesso grado di densità e viscosità, ovvero molto simili l’uno all’altro per queste due caratteristiche. Sarebbe allora facile visualizzare l’evoluzione della forma del vortice al variare della velocità angolare del sistema chiuso “sfera”.

Ma, almeno nel caso di azoto gassoso misto ad acqua, possiamo intuire che cosa succederebbe senza spendere un solo denaro: via via che la velocità aumenta, per attrito al contorno della sfera cava di plastica contro la massa d’acqua, si formerà un vortice filiforme che va dal polo nord al polo sud del sistema sferico. Mentre a velocità relativamente basse si avranno due “bulbi cavi”, uno opposto all’altro, collegati da un vortice elicoidale, così come vediamo nel suddetto ultimo filmato. Azzardando un’ipotesi, possiamo così tracciare i seguenti schemi a fine pagina da sottoporre a verifica sperimentale.

 

Inoltre, anziché muovere la massa d’acqua a partire dal suo strato più esterno tramite il movimento di rotazione della sfera cava di plastica, potremmo anche muovere la stessa massa a partire da una piccola sfera rotante posta al centro della grande sfera, così come viene mostrato in questo filmato: http://www.youtube.com/watch?v=o4-iWGQRlLw .

Poiché a velocità relativamente basse l’asticella che trasmette il moto alla sferetta si può approssimare che interferisca poco con la massa d’acqua per attrito (attrito asticella solida-aria-acqua), parimenti si può affermare che imprimere il moto rotatorio a partire da una falda sferica interna, oppure da una falda sferica la più esterna, è esattamente la stessa cosa.

 

In conclusione, tutto questo che cosa ha a che fare con il campo rotante Todeschini, in cui il fluido del sistema sferico in rotazione è lo stesso di quello ambiente, ed è pertanto indistinguibile da questo se non per il fatto che rotorivoluisce intorno ad un proprio asse rispetto allo “ambiente” idealmente immobile, ma in realtà traslante e dotato di un moto angolare all’interno di un sistema sferico di dimensioni immensamente maggiori?

Posto che anziché avere all’interno della sfera cava due fluidi diversi, si abbia un solido "fluido", o meglio un fluido molto viscoso, quello che vogliamo qui ipotizzare è il seguente modello fisico-matematico che riteniamo si concili con il campo rotante Todeschini.

 

A relativamente basse velocità angolari, come nel caso del sistema rotorivoluente Sole, la materia si muove secondo i percorsi del seguente schema, mentre là dove avremmo avuto il vuoto d’aria del vortice simmetrico, vi sono dei sistemi di vortici sferici autosomiglianti via via più piccoli.

All’aumentare della velocità angolare del sistema sferico di massimo diametro, questi sistemi autosomiglianti di “vortici sferici” diminuiscono la loro estensione, fino a dissolversi del tutto in sferette autosomiglianti sempre più piccole poste all’interno del vortice che diviene sempre più filiforme ed esile.

 

Ciò non toglie tuttavia che a qualsiasi velocità angolare del nucleo interno o del mantello (non essendo una sfera solida, bensì fluida, il nucleo ruoterà su se stesso sempre più velocemente dello strato sferico del mantello), coesistano strati laminari sferici concentrici di fluido posti a differenti velocità, maggiore verso il centro e minore allontanandosi da questo verso il mantello.

Insomma, il modello “a cipolla” todeschiniano, rimarrebbe comunque invariato, ossia riconfermato nell’ipotesi appena delineata, tutta da verificare e del tutta ipotetica.

Ma poi nemmeno tanto ipotetica, alla luce della equazione dei gorghi di Borgognone, cioè l’equazione cinetica della traiettoria percorsa dalla molecola di acqua nei gorghi, dimostrata con rigorosa trattazione fisico-matematica nella sua succitata brillantissima opera “La realtà fisica dei fenomeni elettrici, magnetici, luminosi” (Cap. IV, “Vortici sugli orifizi di scarico dei vasi”, pag. 43 e seguenti).

 

Tuttavia ricordiamo che il campo rotante Todeschini riguarda una porzione di spazio fluidodinamico ponderale incompressibile centromosso, che sia un sistema subatomico, o atomico, o astronomico, per cui in ultima analisi si intuisce che in un dato istante – o tempuscolo todeschiniano -, è del tutto indifferente, cioè perfettamente equivalente, che sia il nucleo sferico centrale a dare origine al moto del sistema sferico rotorivoluente, oppure che sia la falda più esterna, cioè il mantello sferico cavo, oppure una falda intermedia, oppure che sia da ultima la porzione cilindrica assiale del vortice filiforme o meno a seconda della velocità di rivoluzione delle stesse falde concentriche, a dare impulso al moto dello spazio fluido sferico rotorivoluente, falda concentrica dopo falda concentrica.

 

Allegati n° 5 schemi illustrativi.

 

Michele Leonardi

 

 

n° 5 disegni allegati
Allegati a Marco Todeschini e Tullio Lev[...]
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Omissis: replica di Fiorenzo, cui sono come sempre grato per la paziente disponibilità ed aiuto nella miglior comprensione della T.d.A., di cui pubblichiamo un primo modello tridimensionale da egli realizzato della "spirale Todeschini":

 

Vista sul piano orizzontale della Spirale Todeschini - modello preliminare di Fiorenzo Zampieri
Vista sul piano verticale della Spirale Todeschini modello preliminare di Fiorenzo Zampieri

 

Anteprima della prossima lettera agli Amici del circolo di PsicoBioFisica, con riferimento implicito alla Teoria delle Apparenze del Nostro ed in particolare al campo rotante centro-mosso, e alla spirale Todeschini o spirale universo:  

"La legge fisica è (una legge veramente) uguale per tutti", dico io o direbbe qualcuno, "ed è la stessa a tutte le scale", avrebbe soggiunto l'ingegner Marco Todeschini. "La ripetizione c'è, ma non si vede", avrebbe osservato l'architetto Luigi Pellegrin. Con parole del fisico-matematico premio Nobel Albert Einstein: "Dio non gioca ai dadi". Secondo me da perfezionare in: "Dio non gioca mai ai dadi", ovvero l'intero Creato è opera sua e ha sempre una sua coerenza, delle leggi bn precise stabilite dall'Eterno, Dio, il non creato da nessuno, ciò che non mai nato, mai morirà e sempre è esistito.

Invece il caos e le rispettive teorie del caso, stanno solo nell'anarchico stato confusionale mentale di chi le ha vanamente concepite.  

La prima immagine rappresenta il campo rotante centromosso di un sistema atomico (null'altro che un vortice di spazio fluidodinamico ponderale incompressibile), il quale, ruotando su se stesso a velocità iperluminari non ci permette decifrare immediatamente la struttura dinamica di un vortice.  Il suo ruotare su se stesso a tali velocità ne dà l'aspetto di "materia" statica e consistente, né più né meno come un potente getto d'acqua (fluido dinamico) ad alta pressione difficilmente può essere attraversato da una lama metallica.

Nella sua ponderosa Teoria delle Apparenze, l'Ing. marco Todeschini ha demolito una ad una tutte le obiezioni di Newton all'esistenza dell'etere, allora e successivamente (ancora nell'esperimento di Michelson)  erroneamente concepito come statico: nulla di più "apparente".

Ma nel Secolo dell'Ipocrisia mondiale, si vive di apparenze, e di millenario conformismo. Nemmeno un Gesù di Nazareth, un Gautama Buddha, un Lao-tzè, un Socrate, un Karl Marx, un Mahatma Gandhi, un Abraham Lincoln, un Chi ti pare, hanno potuto più di tanto per liberare l'umanità da tanti fardelli inutili!

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ACKNOWLEDGMENTS

Even the longest journey begins with a first step! Systemic Habitats is on line since the 18th of May 2012. This website was created to publish online my ebook "Towards another habitat" on the contemporary architecture and urbanism. Later many other contents were added. For their direct or indirect contribution to its realisation strarting from 2012, we would like to thank: Roberto Vacca, Marco Pizzuti, Fiorenzo and Raffaella Zampieri, Antonella Todeschini, All the Amici di Marco Todeschini, Ecaterina Bagrin, Stefania Ciocchetti, Marcello Leonardi, Joseph Davidovits, Frédéric Davidovits, Rossella Sinisi, Pasquale Cascella, Carlo Cesana, Filippo Schiavetti Arcangeli, Laura Pane, Antonio Montemiglio, Patrizia Piras, Bruno Nicola Rapisarda, Ruberto Ruberti, Marco Cicconcelli, Ezio Prato, Sveva Labriola, Rosario Francalanza, Giacinto Sabellotti, All the Amici di Gigi, Ruth and Ricky Meghiddo, Natalie Edwards, Rafael Schmitd, Nicola Romano, Sergio Bianchi, Cesare Rocchi, Henri Bertand, Philippe Salgarolo, Paolo Piva detto il Pivapao, Norbert Trenkle, Gaetano Giuseppe Magro, Carlo Blangiforti, Mario Ludovico, Riccardo Viola, Giulio Peruzzi, Ahmed Elgazzar, and last but not least Warren Teitz.  M.L.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

         

 

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