Il Portale barocco

del Rainaldi a Marino

 

 

crollato per incuria il 28 aprile del 2011

 

questo mio intervento è dell'anno 2014,

mentre le mie foto sono del 2003

 

 

 

Ma come è potuto accadere che il magnifico Portale del Rainaldi, un capolavoro del Barocco, genuino Made in Italy nato in Italia nel XVI Secolo, quasi non fosse bastato l'altrettanto originale Rinascimento, com'è possibile sia crollato senza che nessuno intervenisse per salvarlo dalla sua polverizzazione?

 

Sarebbe stato necessario un consolidamento statico della chiave di volta, del pilastro di destra anch'esso fratturato, nonché un consolidamento delle fondazioni, il rifacimento del semplice sistema di copertura a piombi di allontanamento delle acque piovane, e da ultimo una coraggiosa ricostituzione degli intonaci perduti nel tempo che giocoforza rivestivano la struttura lapidea di marmo peperino. Nelle foto qui di seguito si vede ancora una parte superstite fino al 2003 di tali intonaci, e si notano pure altre due cose: il martellinamento delle paraste ed altre partiture lapidee volto a costituire una superficie aggrappante per lo strato d'intonaco successivo, e pure si nota che i blocchi di pietra erano di forme dissimili asimmetriche per quanto riguarda le medesime paraste. Difficilmente il marmo peperino del Portale, questa pietra locale vulcanica, che si estraeva nelle vicinissime cave abbandonate di Marino, difficilmente sarà mai stata faccia a vista, bensì rivestita di intonaci imbiancati con latte di calce, additivato con particolato organico producente ossalati di calcio, ed eventuali pigmenti.

 

A suo tempo, intorno al 2003, anche io mi sono limitato a segnalare la cosa ad Italia Nostra con una laconica e-mail ed un allegato, nonché forse a qualche altra associazione, ma niente di più. Vagheggiai allora di cercare degli sponsor per il restauro del Portale, ma non abitando nei suoi paraggi, e avendo numerosi impegni cui sottostare, feci spallucce come avranno fatto tanti altri: qualcuno o qualche ente privato o statale interverrà senz'altro, e poi ho già mille cose a cui pensare. Ci pensassero prima di me quelli che abitano lì vicino. C'è tempo. Invece il tempo del Portale stava per scadere.

 

 

Al di là di qualsiasi polemica rivolta nei confronti di chi supinamente nulla ha fatto affinché il suo crollo non si verificasse, rimane il problema nazionale della incapacità di gestire con adeguati mezzi e con metodo sistematico il proprio patrimonio storico-artistico esposto alle intemperie, il quale è, come arcinoto ed evidente a tutti, qualitativamente e quantitativamente immenso.

 

Chi non afferra il concetto di "immenso" può ad esempio recarsi all'estero nel nord Europa, e pagare oltre 10 euro od altra valuta per vedere letteralmente due muretti che si ergono su di un perfetto e consequenzialmente costosissimo prato sempreverde.

Ciò non significa che tali muretti esteri non abbiano anch'essi un immenso valore storico, culturale ed artistico, ma significa al contrario che in Italia la risorsa Beni Culturali non è gestita affatto bene. Anzi, sempre per quanto riguarda i beni archeologici e architettonici, tale risorsa è gestita in generale ancor peggio che 100 anni fa, ai tempi del giovane Regno di Italia, quando non si avevano a disposizione i sofisticatissimi strumenti tecnologici odierni.

 

Difatti nel Bel Paese abbiamo delle vette altissime di eccellenza come il prestigiosissimo Istituto Centrale del Restauro - vanto nazionale -, con collaborazioni ed interventi all'estero addirittura in Cina, ma purtroppo non ci sono a disposizione abbastanza denari per interventi di tal livello su tutto il patrimonio di beni monumentali nazionali.

 

Come risolvere il problema senza attingere ad enormi risorse finanziarie o alla solita tassazione con tosa delle pecore-cittadini-servi della gleba?

 

E quale è il problema più generale del restauro architettonico ed archeologico in Italia, così come in realtà ovunque nel mondo?

 

Se il problema del depauperamento del patrimonio architettonico storico all'estero non è drammatico come in Italia, il motivo è solo perché all'estero non vi è la stessa concentrazione di monumenti storici che c'è in Italia. Ma appunto in realtà anche lì il problema è presente, pur se meno evidente.

 

Per sostanziare la seguente affermazione si potrebbe discutere per ore e giorni, per cui rimandiamo ai due testi specifici sotto menzionati, ma per farla breve, il problema si chiama manutenzione ordinaria piuttosto e in luogo del restauro una tantum "definitivo", che di definitivo in verità non ha nulla.

La differenza che intercorre tra questi due modalità di intervento è la stessa che in medicina e salute umana passa tra prevenzione e intervento chirurgico. Il secondo è ovviamente l'extrema ratio, quando ormai non si può fare altro, è l'urgenza assoluta, e non è da ricorrervi quasi fosse la norma, la via della cura privilegiata.

 

Guardiamo al caso presente del Portale delle Mura dei Francesi a Marino presso Ciampino. Come si sarebbe potuto evitare ciò?

Dopo il crollo del Portale nel 2011, a livello locale, si sono attivati numerosi comitati di cittadini, e pure vi sono state interrogazioni parlamentari con richiesta di spiegazioni alle pubbliche autorità competenti in materia, tuttavia tardivi.

E' facile prevedere che se non è già avvenuto, prima o poi nottetempo verranno rubate le porzioni più pregiate dei frammenti del portale, in particolare, i blocchi degli stemmi araldici indubbiamente attribuibili alla nobile casata millenaria dei Colonna (su cui campeggia una colonna sormontata da una corona papale, poiché tra i loro avi vi era stato più di un papa), come ben si scorge nelle fotografie. Se qualcosa dovevano fare e debbono fare adesso urgentemente i comitati e i manifestanti, è prevenire eventuali furti da parte dei malfattori mercanti clandestini d'arte.

Cosa che molto probabilmente si avvererà, pur non auspicandolo, non perché lo scrivente sia fatalista o pessimista cosmico, ma perché come ogni buon pragmatico sa, si è concretamente abituati a soppesare e valutare degli stati di fatto con le rispettive conseguenze future in semplici termini di probabilità. Principio di azione e reazione, urti, causa ed effetto, perla di saggezza occidentale da custodire con gelosia.

 

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ACKNOWLEDGMENTS

Even the longest journey begins with a first step! Systemic Habitats is on line since the 18th of May 2012. This website was created to publish online my ebook "Towards a different habitat" on the contemporary architecture and urbanism. Later many other contents were added. For their direct or indirect contribution to its realisation strarting from 2012, we would like to thank: Roberto Vacca, Marco Pizzuti, Fiorenzo and Raffaella Zampieri, Antonella Todeschini, All the Amici di Marco Todeschini, Ecaterina Bagrin, Stefania Ciocchetti, Marcello Leonardi, Joseph Davidovits, Frédéric Davidovits, Rossella Sinisi, Pasquale Cascella, Carlo Cesana, Filippo Schiavetti Arcangeli, Laura Pane, Antonio Montemiglio, Patrizia Piras, Bruno Nicola Rapisarda, Ruberto Ruberti, Marco Cicconcelli, Ezio Prato, Sveva Labriola, Rosario Francalanza, Giacinto Sabellotti, All the Amici di Gigi, Ruth and Ricky Meghiddo, Natalie Edwards, Rafael Schmitd, Nicola Romano, Sergio Bianchi, Cesare Rocchi, Henri Bertand, Philippe Salgarolo, Paolo Piva detto il Pivapao, Norbert Trenkle, Antonietta Toscano, Gaetano Giuseppe Magro, Carlo Blangiforti, Mario Ludovico, Riccardo Viola, Giulio Peruzzi, Ahmed Elgazzar, Warren Teitz, and last but not least Lena Kudryavtseva.  M.L.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

         

 

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