the
crane village
by Michele Leonardi architect ©
April 2007 - concept; January 2014 - reloaded
April 2007, the concept
all rights reserved © Michele Leonardi architect
January 2014, reloaded
il villaggio-gru
di Michele Leonardi architetto ©
Scenario futuro del tutto immaginario da qui ai prossimi decenni, per ribadire quello che è uno dei punti di forza dell'Uomo: la sua capacità di adattamento:
Le grandi metropoli costiere e gran parte delle città marine così semisommerse vengono gradualmente abbandonate: Tokyo, New York, Shanghai, addio. Dopo una fuga biblica di massa verso l'entroterra, da Oriente ad Occidente molte comunità decidono di ritornare nelle città semisommerse e di fondare delle nuove Venezia, delle nuove Amsterdam.
Molte grandi città costiere rimarranno abbandonate, e lì vi troverranno posto solo nuove strutture portuali a servizio del sicuro entroterra, mentre gli edifici vanno in frantumi sotto gli effetti devastanti combinati della salsedine, della pioggia, dell'erosione marina, delle escursioni termiche giornaliere e stagionali, stante l'assenza dell'assidua interessata manutenzione umana. Mentre le ex città costiere cadono quindi in rovina, si realizzano barriere sommerse frangiflutti, creando così delle lagune artificiali destinate all'acquicoltura e a difesa di infrastrutture superstiti presenti lungo le nuove coste marine.
Tuttavia la volontà di trasformare il veleno in medicina vince sullo stolido fatalismo. Nel "Crane Village", il Villaggio Gru, si insediano i primi ricolonizzatori, uomini e donne votati all'adattamento e al mutamento piuttosto che alla fuga definitiva.
Verranno così riesumate persino le dimenticate tecniche costruttive degli antichi Romani: il loro formidabile calcestruzzo idraulico, tuttora superstite nei resti delle rovine sommerse dei loro porti, il quale testimonia dopo millenni della sua tenacissima durevolezza.
Per chi volesse approfondire, si rimanda alla sezione geopolimeri del Prof. Dott. Joseph Davidovits di questo sito, ed in particolare al saggio del Dott. Fredéric Davidovits, tradotto dallo scrivente in italiano, ma disponibile anche in inglese oltre che in francese sul sito dello stesso Prof. Davidovits.
Sacrificando i piani più bassi degli edifici intensivi, impermeabilizzandoli e proteggendoli dall'erosione con rinnovata ricetta chimica geopolimerica si rifoderebbero quindi nuove città sull'acqua, novelle Venezie. Nuovi imprevedibili habitat basati su saggi antichissimi modelli di convivenza civile con il contesto-ambiente che ci nutre e ci istruisce.
Se nell'ambiente scientifico ci sono ancora molti dubbi se sia o meno in atto un anomalo riscaldamento globale, così come non è dimostrato in realtà in modo incontrovertibile che tale global warming sarebbe da attribuirsi in via principale alle attività di origine antropica (ad esempio, rispetto alle quantità naturali del ciclo annuo del carbonio, quelle di origine umana sono quasi insignificanti, sebbene potrebbero essere la classica goccia che fa traboccare il vaso), che sia anomalo o non anomalo, quello che è sicuro è che tutti guardano con preoccupazione ad un simile mutamento climatico, ed è per questo motivo che enti prestigiosi come la NASA statunitense, monitorizzano di continuo il pianeta, onde trarne possibilmente delle conclusioni in merito appunto al surriscaldamento globale.
Malgrado ciò molti studiosi fanno notare come il fenomeno naturale "clima" sia per definizione mutevole di per sè, e quindi ci dobbiamo rassegnare ad adattarci - soprattutto con la prevenzione, anche riducendo drasticamente le nostre mire consumistiche e produttivistiche ad oltranza, piuttosto che adattarci a posteriori, dopo i disastri, cioè col solito inutile senno di poi -, perché il clima e gli agenti metereologici non saranno mai un sistema prevedibile come dei termosifoni in una casa, oppure come il frigorifero della propria cucina. La natura non sarà mai addomesticabile.
Ci sfuggirà sempre qualcosa, rispetto alla quale solo un metodo, o una determinata cultura, la saggezza di un popolo, possono farvi fronte quale strategia vincente di lungo termine, buona per le generazioni presenti, valida anche per quelle future.
DIGRESSIONE SULL'AUMENTO DI 3 METRI DEL LIVELLO DEL MARE:
Nota bene bene: circa l'ipotesi di aumento del livello dei mari di "3 metri", trattasi di pura fantascienza catastrofista, un numero come un altro, senza specificare quando, il che per altro potrebbe non succedere mai, perché appunto questa ipotesi del tutto casuale ci serve solo per richiamare il concetto di "adattamento".
Nota per i neofiti di internet: cliccando sulla scritta qui sopra di colore blu, ci si collega a un sito che mostra molto grossolanamente quali zone della terra verrebbero sommerse dal mare in relazione all'aumento in metri del livello del mare, ma sempre del tutto ipotetico ed astratto.
Viceversa, per dati scientifici vedi ad esempio:
- ESA CCI sealevel website, European Space Agency-Climate Change Initiative ;
- ESA Sea-level rise ;
- ESA Sea-level rise and us ;
- ESA Sea-level rise is not uniform ;
- ESA Causes of sea-level rise ;
- ESA Contributors to sea-level rise :
- ESA Ice sheet contribution to sea-level rise ;
- ARPA FVG-Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente del Friuli Venezia Giulia: "Cambiamenti climatici e variazione del livello del mare", Udine, 2018:
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- NASA-National Aeronautics and Space Administration, U.S.A.: "Greenland's Ice Layers Mapped in 3D", 2015:
- NASA-National Aeronautics and Space Administration, U.S.A.: "Greenland Ice Sheet Changing", 2014:
- NASA-National Aeronautics and Space Administration, U.S.A.: "The "The Bedrock Beneath", 2013: